mercoledì 30 luglio 2014

Sant'Eusebio e la prima cristianizzazione del Piemonte

"Dove c'è Sant'Eusebio c'è roba pagana" diceva un vecchio tempo fa.

 S. Eusebio benedice le pietre magiche di Oropa, (notare anche che la madonna è nera). Dipinto di M.Giovanna Brovetto della Basilica di Oropa.

Qualche anna fa ho visitato Carnac in Bretagna "il paese dei megaliti" e vidi i dipinti che raffiguravano il famoso santo tra le pietre. La chiesa come in mille altre occasioni non era in grado di distruggere le pietre erette nella zona e aveva così cristianizzato il culto di queste. Da notare il nome CORNELIO, corna, Cernunnos!

 Saint Cornély di Carnac (Bretagna)

Ma lasciamo stare e torniamo dalle nostre parti. Anche qui, anche se in scala più piccola ci sono decine di esmpi simili, conosciamo bene le numerose pietre guaritrici che ci sono in piemonte (tag: Pietre Piemonte) pietre e luoghi impossibili da distruggere che sono sopravvissuti fino a noi cristianizzati (Oropa, Villa del Foro, Crea...). Finalmente però ho trovato su un mercatino un libretto del 1961 di Mario Trompetto di cui io possiedo la terza ristampa del '72, dal titolo "S. EUSEBIO DI VERCELLI.


Questo libretto è importantissimo, perchè venne scritto negli anni in cui la moda dell'archeologia misteriosa non era ancora arrivata e soprattutto perchè è un edizione ufficiale del Santuario, scritta dall'allora rettore del santuario M. Trompetto per la festa festa di S. Eusebio del 1 Agosto 1961. Quindi niente a che vedere con misteri, neo celtismo, druidismo, hippies che studiosi e cattolici amano tanto denigrare.


A pagina 9, capito III si affronta l'argomento a me molto caro: culti pagani in Piemonte. Come potete leggere qui sopra si dice chiaramente che a Vercelli (città romana) la religione prevalente era il politeismo romano, nei territori limitrofi romanizzati lo stesso misto alla religione celtica che invece sopravviveva intatto nelle zone alpine e in Monferrato. Prima di continuare vorrei fare due puntualizzazioni: 1) anche se si considera tutta l'Italia del Nord o Gallia Cisalpina romanizzata già da secoli, è chiaro che lo fossero soltanto i centri urbani.  2) In tutto il Piemonte (Alpi e Monferrato almeno) la cultura celtica perdurò per molti secoli intatta.
Dopo queste importanti notizie si scende nei particolari: alle divinità femminili che usando un termine romano vengono dette "matrone" (come nel resto della Gallia transalpina e nelle isole britanniche) sono sacri massi detti "Barme". E' interessante vedere che dopo la cristianizzazione a tutte le pietre famose è sacra una madonna: La Madonna nera di Oropa, La Madonna con il bambino di Crea e Santa Varena a Villa del Foro vicino Alessandria. Ai boschi invece era sacro Apollo. Anche in questo caso si usa la divinità con cui i romani identificavano le divinità celtiche della luce (BELENUS), BORMO, il ribollente, legato alle acque (da cui deriva per esempio il nome del fiume Bormida e del Borbera che proprio da queste parti scorrono o la città di Bormio LINK). Dopo e nelle pagine 10-11 si sottolinea il fatto che i massi di Oropa fossero sacri alle "Matrone" divinità femminili celtiche e che da queste parti sopravvivessero anche superstizione e astrolgia. Anche qui credo sia interessante notare che certi culti delle campagne era visti come estranei già dai romani "pagani", quindi già pagani prima del periodo cristiano. Pagano infatti deriva da Pagus, villaggio, appunto, quindi riferito alle usanze religiose degli abitanti delle campagne.
A pagina 10 e poi a pagina 11 vengono descritti chiaramente i centri principali di questo tipo di culti celtici: Oropa, Crea, Lucedio, su una collina morenica della valle d'Elvo e a Salussola. 
S.Eusebio si concentrò principalmente a Oropa e a Crea, luoghi di antichissimo culto in cui sul libro si dice chiaramente egli sostituì le divinità pagane con le madonne cristiane (che in verità non esisterebbero nel cristianesimo monoteista cristiano delle origini).



In quanti oggi recandosi in questi luoghi sacri si rendono conto che stanno in verità onorando culti antichi di millenni, e soprattutto non la Madonna cristiana ma antiche Dee care ai nostri avi? E anche noi forse non ci rendiamo conto che le varie madonne non sono altro che le nostre antiche divinità femminili che anche se hanno perso i loro nomi originali sono giunte fino a noi?

Sacro Monte di Oropa: http://leradicideglialberi.blogspot.it/2008/04/la-pietra-della-vita-oropa_1308.html
Sacro Monte di Crea: http://leradicideglialberi.blogspot.it/2014/12/la-pietra-guaritrice-del-santuario-di_26.html 
La pietra di Camagna: http://leradicideglialberi.blogspot.it/2014/12/la-pietra-magica-di-camagna.html

Bibliografia:
S. Eusebio di Vercelli, di Mario Trompetto. Tipolitografia MAULA, Biella.
Le Grandi Pietre Magiche, di Roberto Gremmo. Ed. Storia Ribelle.
Dizionario di Mitologia Celtica, di Miranda J. Green. Ed. Bompiani.

2 commenti:

  1. perche non arrivare fino a cuceglio?
    patrono: sant'eusebio
    santuario dedicato alla madonna addolorata, costruito dopo la visione di un tal eusebio pastore
    nelle vicinanze circuito dei massi erratici e sull'autostrada per aosta la galleria pietragrossa (distrutta per costruire l'autostrada
    alle spalle boschi, con a poca distanza santa maria della rotonda, chiesa cristiana costruita su resti di tempioa diana (cosi dicono i pannelli interni alla chiesa)
    interessantio edicole votive al limitare del bosco, tutte con raffigurazioni di madonna e diavoli e dannati infernali

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    1. Grazie per la segnalazione preziosissima, purtroppo ho visto solo adesso il messaggio!

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